🔎 Con l’ordinanza n. 22476 del 4 agosto 2025 della Corte di Cassazione, Sezione Tributaria Civile, viene ribadito un principio chiave in materia di sanzioni fiscali: in caso di decesso del contribuente, le sanzioni non si trasmettono agli eredi.
📌 Il caso in esame
Un contribuente era stato sanzionato per l’omessa indicazione, nella dichiarazione dei redditi, di attività finanziarie detenute all’estero (art. 5, co. 4, D.L. 167/1990).
Dopo un lungo contenzioso davanti alle Commissioni tributarie e alla stessa Cassazione, nel corso del giudizio di rinvio è sopraggiunto il decesso del contribuente.
📌 La decisione della Cassazione
La Suprema Corte ha dichiarato estinto il giudizio per cessata materia del contendere, richiamando l’art. 8 D.Lgs. 472/1997:
- le sanzioni tributarie hanno carattere strettamente personale;
- il credito erariale da violazioni fiscali commesse da una persona fisica si estingue con la sua morte;
- gli eredi non subentrano nel debito sanzionatorio, né vi è luogo a liquidare spese di lite.
📖 Il principio affermato
Il decesso del contribuente estingue definitivamente l’obbligazione relativa al pagamento delle sanzioni, che non può essere trasmessa agli eredi (Cass. nn. 8097/2003, 18862/2005, 25644/2018, 26015/2022).
💡 Perché è rilevante per la pianificazione patrimoniale
La pronuncia conferma un punto fondamentale: gli eredi rispondono dei tributi e degli interessi, ma non delle sanzioni riferite al defunto. Una distinzione che incide in modo concreto nella gestione dei contenziosi fiscali e nella valutazione dei rischi patrimoniali ereditari.
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