ll tema dei conti cointestati e successione è molto delicato.

Si sottolinea che la cointestazione di un conto può creare complessità, specialmente in caso di decesso di uno dei titolari.

Viene esaminata una serie di casi:

Quando uno dei titolari versi denaro nel conto ma l'altro non contribuisca, affermando poi di avere diritto a una parte del saldo come donazione indiretta. La giurisprudenza, tuttavia, richiede la prova dell'animus donandi, rendendo difficile dimostrare tale presunzione.

  1. Quando un conto cointestato è aperto per scopi familiari, facilitando la prova dell'intenzione di donazione, ma la valutazione rimane discrezionale del giudice.
  2. Quando un genitore vuole finanziare l'acquisto di un immobile per il figlio tramite il conto cointestato, facilitando la dimostrazione della motivazione dell'operazione.

La giurisprudenza ha chiarito che, in un conto corrente cointestato, i rapporti interni tra i contitolari non sono regolati dall'art. 1854 c.c., ma dall'art. 1298 c.c., e che la presunzione di parità delle quote può essere superata solo con prove gravi, precise e concordanti.

Si sottolinea l'importanza per gli eredi di ottenere documentazione riguardante i movimenti del conto corrente del defunto per ricostruire l'asse ereditario, nonché il diritto di richiedere informazioni alla banca fino a dieci anni prima della morte del titolare.

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Avv. Francesco Frigieri